Sono Nicolò Paluzzi Monti, psicologo, sessuologo e psicoterapeuta con un approccio costruttivista intersoggettivo.
Da anni lavoro con persone che affrontano difficoltà emotive, relazionali e sessuali, prestando particolare attenzione alla loro unicità e al loro vissuto. Mi occupo sia dei disturbi più comuni, come ansia, depressione, difficoltà nelle relazioni di coppia, fobie e traumi, sia di problematiche più specifiche legate alla sfera sessuale, come disfunzioni sessuali, disagio nella sessualità o difficoltà legate all’identità sessuale.
Ho una lunga e variegata esperienza con giovani e adolescenti, ai quali mi sento particolarmente legato per la loro grande energia, spesso carica di conflitti, frustrazioni e transizioni; e la capacità di crescita, spesso depressiva o bloccata, che si sprigiona quando li aiuti a comprendere e dare voce a ciò che sentono. Ogni giovane ha un potenziale incredibile, e credo che il mio ruolo sia quello di aiutarli a esplorare il loro mondo interno per guidarli attraverso le difficoltà e la scoperta di sè.
Ci tengo a definire, in poche righe, il mio lavoro e il mio pensiero, perchè credo che un buon percorso parta dall'incontro tra terapeuta e paziente, che si scelgono vicendevolmente.
Il lavoro che propongo non si concentra esclusivamente sulla rimozione del sintomo o del disagio ma su un viaggio di esplorazione profonda che ci permetta di crescere emotivamente e psicologicamente così da comprenderne e risolverne le cause alla radice. Infatti, Le difficoltà, la sofferenza, i sintomi o gli ostacoli sono come segnali che la nostra esperienza ci invia per farci comprendere qualcosa di noi stessi. Ed è proprio nei momenti di crisi che abbiamo l'opportunità di vedere in cosa siamo bloccati, cosa non abbiamo ancora compreso o cosa non siamo riusciti vedere con chiarezza. Scopriremo insieme che nessun problema o momento di difficoltà scompare finché non ha smesso di insegnarci ciò che dobbiamo imparare di noi da esso. Il primo pensiero da sradicare è proprio che sofferenza è debolezza. Io credo esattamente il contrario, riuscire a contattare il proprio disagio sia sintomo di grande forza e sensibilità dell'organismo.